giovedì 24 dicembre 2020

Ninnanna

"Ninna nanna bel tesoro
nel tuo mondo tutto d'oro
Questa notte è luna piena
e per te una cantilena
che proviene dalla luce
mentre tutto intorno tace.
Ninna nanna stella mia
atterrato sul pianeta
proprio come una cometa
a segnar col tuo ditino
quanto bello sia il destino.
Dormi dormi amore mio
nel silenzio dell'oblio
che nasconde col suo velo
tutto quello che è nel cielo.
Fai la ninna, fai la nanna
che domani è un altro giorno
benedetto è il tuo ritorno."
( sulle note di BERCEUSE - Op. 57 in si bemolle minore di Frederich Chopin - impeccabilmente suonata da Valentina Lisitsa) (Berceuse significa appunto Ninnananna)


https://youtu.be/FZtBwlxL0Aw



venerdì 25 settembre 2020

Come roccia di mare


La notte mi porta a te
mio stesso cuore
al tuo splendore di donna
fugace sensazione
anelito per questo corpo
roccia di mare
che si porge all’onda 
per esserne ricoperta sferzata sommersa
e pronta per la prossima onda che tu sei
spumeggiante
e di nuovo come quella roccia
ricoperto io stesso
sferzato sommerso e travolto
infine. 

Altra sorte non voglio
altro passaggio io nego 
che non sia attraverso il suadente invito della tua voce
e la delicatezza delle tue mani
appena posate nel loro viaggio d’amore e di passione
sul mio prato sfiorito. 
 
E’ buio intorno 
mentre lontano da te 
senza la luce del tuo sguardo che rapisce
- e dentro ad esso la tua anima che esulta come la mia - 
ancora ti chiedo perdono 
per non averti cercato 
abbastanza.


sabato 13 giugno 2020




Sei venuta a cogliermi

Sei venuta a cogliermi
Sul ramo più alto
Di questa pianta che ha nome
Solitudine
Cresciuta nel giardino incantato
Di questo pianeta vociante
Che insiste nel suo viaggio
Incurante e assorto
Nei mille e mille pensieri
Dei propri egoismi.

Ho affondato io stesso radici
Nella terra dell'origine
E di tempo in tempo
Di ramo in ramo
Mi sono confuso
Tra le foglie delle estati roventi.
E ho dormito sonni agitati
Negli inverni dell'attesa
Quando le notti si facevano
Lunghe e gelide e silenziose
E intorno
tutto ed ogni cosa sembrava
Sfumare
Dentro alla nebbia mattutina
Che un sole appena tiepido
Riusciva a stento a far evaporare.

Ti osservavo impaziente
Mentre ti facevi strada
Tra i rami robusti
E qualche nido di merlo
E ti arrampicavi
Con coraggio e cautela
Con le braccia protese
E le gambe possenti a trovare appoggi
Solidi
tra le pieghe marcate
Del divenire.

Ora sento il calore
Inconfondibile
Della tua mano che mi sfiora
Benevola e amorevole
E mi invita al banchetto nuziale
Nel tempo della fine
E dell'inizio
Della partenza
E del ritorno

Eccomi
Sono qui
Ti ho aspettata nella infinità
di tempo e di spazio
Ora davvero succoso e dolcissimo
E profumato frutto
Sul finire del ramo più alto
Tra le foglie più ondeggianti
Alla calda brezza della sera
Di questo infuocato
E rassicurante tramonto.

Eccomi dunque
Amica mia
Mia amata
Mia sposa
Che hai nome
Tenerezza.






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lunedì 11 maggio 2020




Ci sono viaggi… e sentieri


Ci sono viaggi… che ci troviamo come costretti ad interrompere…perché ci siamo scoperti impreparati…o perché impauriti di fronte ad una situazione imprevista…oppure perché con la mente - e talvolta con il cuore- non ci siamo ancora liberati dalle fatiche e anche da ricordi e rimpianti e rimorsi dei percorsi precedenti.
Viaggi che talvolta interrompiamo per l’impazienza di arrivare alla mèta, magari senza la disponibilità interiore all’attesa del compimento secondo il tempo dell’altra e dell’altro…senza considerare che c’è un tempo per ogni cosa e ogni cosa ha il suo tempo.

E non sono certo la fatica o le giornate e le notti che sembrano non passare più…e l’attesa oltre il nostro personale limite stabilito dai confini delle nostre fragilità…non sono queste le vere ragioni dell’abbandono.
Nel momento di abbandonare il viaggio, capita, quasi sempre, che troviamo presunte colpe fuori da noi, ipotetiche ragioni nostre che sono veri e propri inganni della mente, alibi furbescamente costruiti da un Ego che cerca soltanto conferme per avvalorare le tesi del suo agire, del suo volersi imporre ad ogni costo, che si riverbera infine con prepotenza nei nostri comportamenti, nelle nostre parole, nei nostri pensieri.

E, abbandonando il viaggio, abbandoniamo i nostri compagni, le nostre compagne, a volte i nostri confini primordiali… e la nostra vocazione, cioè lo scopo stesso per il quale avevamo intrapreso quel viaggio e non altro.
Interrompiamo troppo spesso - e con rabbie e rancori - le nostre relazioni, siano esse di parentela, di amicizia, di semplice conoscenza … perfino di amore.
E, abbandonando il viaggio, abbandoniamo anche il sentiero sul quale ci eravamo incamminati, confidando e addirittura certi di una esperienza che nel nostro immaginario progettavamo come unica e irripetibile.

Poi, di passo in passo…di tempo in tempo…dentro al silenzio della nostra solitudine che impariamo a benedire per le impareggiabili opportunità di riflessione che ci offre, giungiamo infine ad una fonte di luce che rischiara le tenebre di una notte fin troppo lunga e dolorosa.
Quasi spettatori in un ideale teatro - che in fondo riconduce alla vita stessa - pervasi da quell’odore che si fa materia e specchio degli odori tutti e di ognuno che ritroviamo e che si aggrappano indissolubilmente a noi…
E poi il momento in cui si apre quel sipario di pesante velluto color rosso porpora, il colore del sangue, dell’energia, della passione, dell’Eros …della Vita…
Il buio, nel quale si celano le presenze di persone e cose sul palcoscenico, viene allora gradatamente dissolvendosi ad opera dei primi fasci di luce che si orientano ora verso un personaggio, ora verso un altro, ora verso i vari punti della scenografia. E tutto è immobile, come cristallizzato in un senza tempo e senza spazio altri dal percepito. E, nel silenzio che precede l’inizio, nel passaggio tra la sensazione di morte e l’ impulso di vita, in quei pochi istanti sopravvengono alla memoria della mente e del cuore viaggi e sentieri e tutto ed ogni cosa che abbiamo sperimentato nel vivere…e vissuto nello sperimentare.

Ed è poco dopo che, tra tutti e tutto, si disvela agli occhi dell’anima quel sentiero abbandonato appena prima di scollinare e di poter ammirare la maestosità della montagna verso cui si era diretti, ognuno con le proprie individualità, i propri bisogni, i propri vuoti da colmare e i propri pieni da condividere, nella ricerca di una reciproca soddisfazione e felicità e gioia che hanno come radice il sentimento puro della benevolenza e, appena un attimo dopo, quello tormentato e al tempo stesso sublime di Amore.

E allora non resta che una domanda: sarà possibile nuovamente intraprendere quel sentiero in particolare, quello che ci avrebbe portato fuori dai confini dei condizionamenti e dei compromessi e riprendere il viaggio consapevole verso la vetta?
E un’altra domanda, ultima: questo tempo relativo che concede ancora possibilità di incontro, consentirà di prendere corpo e forma e presenza, alimentati dal soffio divino, su quel sentiero tra prati fioriti e boschi e profumi di lavanda e calme acque di lago, dentro a quel viaggio che reclamava a gran voce il diritto di essere sperimentato?
Non ho una risposta…o forse, la risposta è nell’aprirsi e nel dichiararsi…e nell'avere coraggio...
E, in ultimo, nell’attesa fiduciosa.
Tutto scorre…e noi con il tutto…e tutto è per il Bene








sabato 2 marzo 2019




TRA ME E ME ....DA ME A ME


...non pretendere risposte immediate. Le risposte immediate sono quasi sempre orientate da istinti ed emozioni. Contengono spesso gli esiti di antichi dolori e rabbie lontane solo erroneamente ritenute superate e vinte.
E non volere nemmeno risposte ponderate, passate al setaccio della mente e per ciò stesso sottoposte ad una specie di legge umana che chiamiamo convenienza.
Quello che puoi e devi chiedere sono risposte mediate dal cuore, dal sentimento che non conosce mai, quasi per dogma, dolori e rabbie e convenienze di sorta.
E non ti adombrare se non dovessero essere le risposte che ti saresti aspettato o che ti sarebbe piaciuto ascoltare. Anzi, rallegratene: perché semplicemente provengono dagli angoli di visuale dai quali non eri transitato, radicato - come spesso accade a molti di noi- negli schemi e nei modelli ai quali ci induce e quasi ci obbliga una società per molti versi insana e profittatrice.
Fai in modo però che siano risposte.
E allora,sempre, apri il tuo cuore e parlagli e ascolta quello che ha da dirti e altro che da tempo ti dice senza che tu possa dargli ascolto per il tutto che vivi talvolta in affannata ricerca del vero che sei.
Che il tuo si, sia un si: che il tuo no, sia un no.
Ugualmente, quello che potrebbe e proprio che dovrà essere, sarà, solo diversamente forse dalle tue aspettative, dalle tue preimmagini, perfino dai tuoi desideri: ma non per questo meno affascinante e coinvolgente,in un caso piuttosto che nell'altro....


sabato 29 dicembre 2018










IL BENE VERO E' SENZA CONDIZIONI



"In ogni attimo della giornata ti mando i miei raggi perché ti scaldino e siano anche luce per dissipare il buio della tua notte”, disse il Sole alla Terra.

“Che cosa vuoi allora in cambio?”, domandò la Terra.

“Nulla",rispose il Sole. E aggiunse:“Se ti avvicinassi a me anche soltanto un poco, rimarresti bruciata. Ma, se vorrai, potrai a tua volta diffondere il calore e la luce tutto attorno a te”.

E tacque per sempre.







sabato 11 agosto 2018



ANIME GEMELLE



Chiamami come vuoi.
Il nome non ce lo diamo noi, noi non ci chiamiamo.
Gli altri ci chiamano, per convenzione.
Ma tu chiamami pure come vuoi.
Chiamami anche con il mio nome o con un nome di tua fantasia.
Se vuoi, chiamami stella o amore o gioia mia.
Chiamami tesoro o luce dei miei occhi o meraviglia.
Chiamami in qualunque modo, secondo come mi vedi e come mi senti.
E come vedi e senti te stessa, in quell'istante preciso, in ogni luogo e in tutti i luoghi in cui ci apprestiamo a sperimentare il nostro incontro di anime.
Solo a te concedo di chiamarmi come vuoi.
Perché il mio nome con te non ha senso, non ha ragione di essere.
Perché qualsiasi nome, con te, sarebbe riconducibile alla semplice nostra condizione umana piuttosto che alla nostra vera natura.
Nella quale ci rituffiamo liberi, quando tu e io insieme viviamo.
E allora, se preferisci, non pronunciare il mio nome né altro che non siano quelle vibrazioni con le quali sei approdata sulla sponda di questo mare e che da molto lontano - e in un tempo lontano - ho percepito appena in risonanza fino a trovarti dopo secoli di spasmodica ricerca.
Perché tu e io siamo già oltre, seppure ancora in questa dimensione.
Perché qui o altrove, in qualsiasi altra dimensione, tu e io saremmo già comunque oltre.
Chiamami pure come vuoi.
Io non ti chiamo più ormai.
Non ce ne è più bisogno.
Sono tornato ad essere "uno" con te.
Nel silenzio e nella quiete del sempre o del mai.
Del tutto o del nulla.