lunedì 11 maggio 2020




Ci sono viaggi… e sentieri


Ci sono viaggi… che ci troviamo come costretti ad interrompere…perché ci siamo scoperti impreparati…o perché impauriti di fronte ad una situazione imprevista…oppure perché con la mente - e talvolta con il cuore- non ci siamo ancora liberati dalle fatiche e anche da ricordi e rimpianti e rimorsi dei percorsi precedenti.
Viaggi che talvolta interrompiamo per l’impazienza di arrivare alla mèta, magari senza la disponibilità interiore all’attesa del compimento secondo il tempo dell’altra e dell’altro…senza considerare che c’è un tempo per ogni cosa e ogni cosa ha il suo tempo.

E non sono certo la fatica o le giornate e le notti che sembrano non passare più…e l’attesa oltre il nostro personale limite stabilito dai confini delle nostre fragilità…non sono queste le vere ragioni dell’abbandono.
Nel momento di abbandonare il viaggio, capita, quasi sempre, che troviamo presunte colpe fuori da noi, ipotetiche ragioni nostre che sono veri e propri inganni della mente, alibi furbescamente costruiti da un Ego che cerca soltanto conferme per avvalorare le tesi del suo agire, del suo volersi imporre ad ogni costo, che si riverbera infine con prepotenza nei nostri comportamenti, nelle nostre parole, nei nostri pensieri.

E, abbandonando il viaggio, abbandoniamo i nostri compagni, le nostre compagne, a volte i nostri confini primordiali… e la nostra vocazione, cioè lo scopo stesso per il quale avevamo intrapreso quel viaggio e non altro.
Interrompiamo troppo spesso - e con rabbie e rancori - le nostre relazioni, siano esse di parentela, di amicizia, di semplice conoscenza … perfino di amore.
E, abbandonando il viaggio, abbandoniamo anche il sentiero sul quale ci eravamo incamminati, confidando e addirittura certi di una esperienza che nel nostro immaginario progettavamo come unica e irripetibile.

Poi, di passo in passo…di tempo in tempo…dentro al silenzio della nostra solitudine che impariamo a benedire per le impareggiabili opportunità di riflessione che ci offre, giungiamo infine ad una fonte di luce che rischiara le tenebre di una notte fin troppo lunga e dolorosa.
Quasi spettatori in un ideale teatro - che in fondo riconduce alla vita stessa - pervasi da quell’odore che si fa materia e specchio degli odori tutti e di ognuno che ritroviamo e che si aggrappano indissolubilmente a noi…
E poi il momento in cui si apre quel sipario di pesante velluto color rosso porpora, il colore del sangue, dell’energia, della passione, dell’Eros …della Vita…
Il buio, nel quale si celano le presenze di persone e cose sul palcoscenico, viene allora gradatamente dissolvendosi ad opera dei primi fasci di luce che si orientano ora verso un personaggio, ora verso un altro, ora verso i vari punti della scenografia. E tutto è immobile, come cristallizzato in un senza tempo e senza spazio altri dal percepito. E, nel silenzio che precede l’inizio, nel passaggio tra la sensazione di morte e l’ impulso di vita, in quei pochi istanti sopravvengono alla memoria della mente e del cuore viaggi e sentieri e tutto ed ogni cosa che abbiamo sperimentato nel vivere…e vissuto nello sperimentare.

Ed è poco dopo che, tra tutti e tutto, si disvela agli occhi dell’anima quel sentiero abbandonato appena prima di scollinare e di poter ammirare la maestosità della montagna verso cui si era diretti, ognuno con le proprie individualità, i propri bisogni, i propri vuoti da colmare e i propri pieni da condividere, nella ricerca di una reciproca soddisfazione e felicità e gioia che hanno come radice il sentimento puro della benevolenza e, appena un attimo dopo, quello tormentato e al tempo stesso sublime di Amore.

E allora non resta che una domanda: sarà possibile nuovamente intraprendere quel sentiero in particolare, quello che ci avrebbe portato fuori dai confini dei condizionamenti e dei compromessi e riprendere il viaggio consapevole verso la vetta?
E un’altra domanda, ultima: questo tempo relativo che concede ancora possibilità di incontro, consentirà di prendere corpo e forma e presenza, alimentati dal soffio divino, su quel sentiero tra prati fioriti e boschi e profumi di lavanda e calme acque di lago, dentro a quel viaggio che reclamava a gran voce il diritto di essere sperimentato?
Non ho una risposta…o forse, la risposta è nell’aprirsi e nel dichiararsi…e nell'avere coraggio...
E, in ultimo, nell’attesa fiduciosa.
Tutto scorre…e noi con il tutto…e tutto è per il Bene