lunedì 27 novembre 2017



DENTRO A UN'ALBA DI UN AUTUNNO INOLTRATO


....talvolta un inatteso saluto si trasforma in carezze che appena sfiorano la fronte...le dita che si insinuano con improvvisa tenerezza tra i capelli ....una leggera e tiepida brezza primaverile a muovere appena la calma delle acque della tua anima... poi tutto ed ogni cosa si ricompone...semplicemente perché ognuno ha il suo personale cammino ....semplicemente.... perché "tutto scorre".... e nulla si può fermare .....come accade per l'acqua del fiume nel suo percorso ....come per l'alternanza del giorno e della notte...come per tutto ed ogni cosa nel nostro viaggio di qui e di ora...


mercoledì 22 novembre 2017



DONNE E UOMINI SPECIALI


Non saprei dire se il nostro fosse amore, innamoramento, passione, desiderio comune di sperimentare il nuovo diversamente dal consueto, quando la ripetitività e l'abitudine private dal gusto della ricerca e della scoperta finiscono per banalizzare e rendere monotona qualsiasi relazione.
Oppure davvero quello fu un amore senza limiti e senza scopi altri che viversi, vivere se stessi e l'altro e l'altra senza condizionamenti, senza paure, lasciando che tutto fluisse così come usciva da quella fonte inesauribile che è la nostra istintualità.
Senza i condizionamenti della mente e dei suoi schemi, dei suoi principii, delle morali religiose e sociali troppo spesso perverse, costruite e inculcate a forza al solo scopo di imporre il potere di controllo e gestione.
Ogni nostro incontro si faceva rito ed era vissuto in religiosa attenzione ed accoglienza reciproca.
Si potrebbe dire che salissimo sulla nostra personale astronave e partissimo per un viaggio senza meta nel cosmo.
Ognuno di noi ed entrambi insieme eravamo il tutto e il singolo particolare che veniva disvelato e prendeva forma nuova e nuovo impulso e nuova energia, fino al culmine del piacere.
Allora era quasi come se i nostri sguardi implorassero il divino che emergeva dal profondo e avvolgeva e faceva fremere i nostri corpi e offuscava le nostre menti che si perdevano nei territori dell'ignoto e del nulla. Era come lo implorassimo a ricucire l'originaria ferita per ritornare ad essere una sola persona , fusi uno nell'altra mantenendo le nostre identità, così da uscire da una dimensione che sentivamo non ci apparteneva ormai più.
Ero pienamente consapevole che quella nostra "Accademia d'Amore" non sarebbe stata per sempre, come la follia d'amore pretendeva.
Ma quell'attimo, quegli attimi che si ripetevano mai uguali nei tempi rari a noi concessi, quelli erano il "sempre" che ogni volta vivevo. Era l'eternità nella quale mi lasciavo come morire, affidandomi infine a lei come un bambino quando protende le braccia per essere accolto dal calore dell'adulto nel quale si rifugia e si abbandona e si confonde. E si quieta...